Natura umana e natura divina Molti si impongono come regola di vita: “avere fiducia sulla natura, seguire la natura”, ma di quale “natura” parlano? Esistono diversi gradi nella manifestazione della natura. L’animale obbedisce senza esitare al proprio istinto naturale, cosa che gli permette di sopravvivere. Anche l’essere umano istintivamente cerca la propria sopravvivenza e il suo benessere terrestre; ma non ha altre aspirazioni, altri bisogni di ordine spirituale? La coscienza umana è il luogo in cui inizia a manifestarsi un’altra natura: una comprensione più universale, un amore più impersonale, un’azione più disinteressata. Il Maestro Omraam Mikhaël Aïvanov ha scelto di chiamare la prima natura personalità e la seconda individualità. Queste due nature sembrano opporsi ma, in realtà, esse servono il misterioso dinamismo di un unico tutto. |
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Le due nature dell’essere umano - Brano tratto dall’Opera Omnia – Tomo II
Da migliaia di anni gli uomini cercano di studiare se stessi per comprendere i principi di cui sono costituiti, hanno immaginato numerosi metodi di divisioni. Alcuni hanno adottato il 2 (il bene e il male, l’alto e il basso, lo spirito e la materia, il maschile e il femminile, il positivo e il negativo, il cielo e la terra). Altri hanno adottato il 3 (pensiero, sentimento e volontà, che corrisponde anche alla divisione dei cristiani: corpo, anima, spirito). Gli alchimisti dividono l’uomo in 4, seguendo i 4 elementi. Gli astrologi lo dividono in 12, seguendo le 12 costellazioni. Gli indù e i teosofi li dividono in 7: corpo fisico, eterico, astrale, mentale, causale, buddhico, atmico. I cabalisti lo dividono in 3, in 4, in 9 o in 10… Infine, per altri, l’uomo è una unità indivisibile. Quale che sia il punto di vista che si adotta, è sempre veridico, dipende solo da quale angolo si guardano le cose. Per semplificare la questione, diremo che l’essere umano è una unità perfetta ma che questa unità è polarizzata, cioè che si manifesta in due direzioni, con due aspetti differenti. L’uomo è costituito da due nature: la natura inferiore (che chiameremo sé inferiore o personalità) e la natura superiore (che chiameremo sé superiore o individualità) che hanno le medesime facoltà di pensare, di sentire e di agire ma in direzione contraria. Per prendere coscienza di questa differenza, ci si deve osservare. La maggior parte degli esseri umani mischia tutto: i pensieri e i sentimenti inferiori sono per loro della stessa natura dei loro pensieri e dei loro sentimenti superiori; non sanno distinguere gli uni dagli altri. Per gli iniziati, invece, quella distinzione è assolutamente chiara. In realtà, non si può trovare un limite assoluto che separa quelle due nature, perché l’una si fonde nell’altra (come i colori dello spettro che si distinguono nettamente da lontano ma di cui, da vicino, non si può discernere la linea di separazione) ma, nella vita corrente le si distingue benissimo l’una dall’altraManifestazioni delle due nature dell’essere umano - Brano tratto dall’Opera Omnia – Tomo II
La personalità vuole mostrarsi ad ogni costo e per fare questo è pronta ad impiegare tutti i mezzi, gradevoli o sgradevoli ; si copre di colori sgargianti, di vestiti eccentrici e si fa notare con una risata grottesca,con dei gesti appariscenti. Vuole sempre mostrare più di quel che non sia, come una gallina che gonfia le sue piume per ingrossarsi. Ma è soprattutto estremamente mutevole e passa da uno stato all’altro con una incredibile facilità: di seguito gaia e poi triste, ottimista e poi scoraggiata, gentile e poi cattiva. Teme la fame, la povertà, la morte e fa dei calcoli inverosimili per assicurarsi il proprio nutrimento e ogni tipo di possedimento. Ma non può trattenere nulla perché è un precipizio senza fondo in cui si perde tutto. La personalità ha un solo scopo: l’interesse e per questo è capace di cambiare filosofia, religione, opinione politica tanto rapidamente quanto le circostanze lo richiedono. L’individualità agisce esattamente al contrario della personalità. Non ha fretta di mostrarsi, non getta mai la polvere negli occhi, non grida per essere notata perché è certa che sarà scoperta quando sarà necessario. Per questo, conta solo sui propri doni e sul suo lavoro. Porta in sé una convinzione stabile, incrollabile, una fede e una speranza costante e ferma. Non muta, il suo punto di vista resta immutabile. Sfortunatamente gli esseri umani contano troppo sulla loro personalità e quasi tutti cercano la libertà, la felicità e la luce nel lato inferiore della loro natura. No, con la personalità si trova solo la debolezza nel piano fisico, la sofferenza nel piano astrale e gli errori nel piano mentale. E’ tutto quello che la personalità umana può dare nonostante le sue apparenze seducenti. Somiglia ad una bolla di sapone: la bolla di sapone fluttua, è abbagliante, iridescente, ma scoppia prestissimo
Conoscersi nel mondo divino - Pensiero del 22 Dicembre 2001
Dio è in noi e al di fuori di noi, e si può dire la medesima cosa del nostro Sé superiore. La maggior parte degli esseri umani non possiede una coscienza abbastanza sviluppata per sentire la presenza in loro di quell’entità sublime che è solo luce, solo amore e onnipotenza. Così, il primo lavoro di uno spiritualista è il cercare in se stesso tutte le tracce di quella presenza, sapendo che è lei che è il proprio vero sé. E’ stato detto: “Conosci te stesso”. Per conoscersi veramente, bisogna conoscersi in alto, nel mondo divino. Finché l’essere umano non avrà la coscienza di esistere in alto come una particella della Divinità, non si conoscerà e non possiederà nessuna delle qualità divine. Conoscersi è ritrovare se stessi e allo stesso tempo avere trovato Dio. Trovando Dio, si trova l’amore, la luce, la libertà, la gioia e non soltanto li si trova in se stessi ma in tutti gli esseri umani e anche negli animali, nelle piante, nelle pietre. Quando si è trovato Dio stesso, Lo si scopre ovunque, in tutta la natura ed è questo il conoscersi veramente.
Dominare la propria personalità - Brano tratto dall’Opera Omnia – Tomo II
Quando la personalità diventerà la sua serva, allora lo spirito umano potrà fare dei miracoli. Sappiate che tutto ciò che ostacola lo spirito, ciò che gli impedisce di comprendere, di creare, di agire liberamente, è la personalità. Osservate i temperamenti attorno a voi e constaterete che più predomina la personalità, più l’essere è limitato e con pregiudizi. Ora, il minimo pregiudizio nelle opinioni filosofiche o religiose, nei rapporti con gli esseri umani o nel lavoro porta con sé delle complicazioni nella comprensione e nell’attività. E non esiste peggior pregiudizio di quello della personalità che si irrita, si difende, si vendica e cambia continuamente punto di vista. Poiché tutte le imprese della personalità hanno uno scopo interessato, essa è condannata a non vedere mai la realtà delle cose. Quando un Iniziato vede arrivare alla sua scuola degli esseri in cui la personalità è molto sviluppata, prevede già quali ostacoli incontreranno e quali difficoltà avrà nell’istruirli. La formula assoluta degli Iniziati è la seguente: più si domina la personalità, cioè più ci si limita e ci si domina, più ci si libera e ci si rinforza.
« Lasciate che i morti sotterrino i morti e tu, che sei vivo, seguimi » - Brano tratto dall’Opera Omnia – Tomo XX
Cercate di prendere in considerazione solo la natura divina negli esseri, la loro anima, il loro spirito e non occupatevi di soddisfare i bisogni della loro natura inferiore, egoista. Direte: “Si, ma se non cedo ai loro desideri, mio marito, mia moglie, i miei figli, i miei amici saranno furiosi.” Lasciateli tutti essere furiosi e amate il loro lato divino! Gesù diceva: “Lasciate che i morti sotterrino i morti e tu, che sei vivo, seguimi!” Se si interpretano queste parole con ampiezza di vedute, si faranno delle scoperte molto interessanti. Perché gli esseri umani hanno così tanti problemi tra di loro? Perché seguono i morti. Si, la natura inferiore, la personalità, si deve classificare tra i morti e se si cerca tanto a contentarla e a soddisfare tutti i suoi capricci, si finisce per far morire anche se stessi. Gesù non voleva parlare dei morti nei cimiteri, stanno la dove devono essere, e d’altronde la loro anima è viva. I morti di cui parlava Gesù sono gli esseri che non hanno alcuna vita spirituale perché si lasciano andare troppo alla loro natura inferiore: sono loro i veri morti.
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